Facebook vuole aumentare le interazioni tra gli utenti e per questo spinge per far crescere il numero di amicizie nate sulla piattaforma, puntando sugli aspetti che accomunano persone che magari non si sono mai viste neanche in volto. Il social network ha da poco iniziato una sperimentazione negli Usa chiamata proprio «cose in comune». Ma non è detto che in futuro non possa arrivare anche in Europa. Ad esempio l’utente che scorre la propria bacheca potrà trovare accanto al commento di una persona sotto un post pubblico un’informazione che in qualche modo i due condividono. Si può trattare della città di provenienza oppure dell’università frequentata, ma può accadere di incappare in segnalazioni di persone che lavorano per la stessa azienda oppure soltanto che sono iscritte a medesimi gruppi di Facebook. Il social network ha però sottolineato che mostrerà solamente quelle informazioni che le persone hanno reso pubbliche sul loro profilo, in conformità con le impostazioni sulla privacy che ogni utente ha stabilito per il proprio account. Ma il tentativo della piattaforma di Zuckerberg di aumentare le richieste di amicizia e le interazioni significative non si limitano a quest’ultimo test.
Le altre iniziative
Al di là della sezione «Persone che potresti conoscere» che propone nuovi contatti in base alle amicizie comuni, il social sta anche ampliando altri strumenti per collegare individui con interessi simili iscritti agli stessi gruppi. A inizio agosto Facebook ha annunciato l’introduzione di una funzionalità per creare nuovi contatti tra maestri e allievi in diversi ambiti di applicazione. Ma ancora prima, durante la conferenza degli sviluppatori di maggio, aveva detto di voler lanciare un servizio di dating online che, sfruttando la mole di dati in mano a social, faccia iniziare relazioni significative tra gli individui ritenuti compatibili.
Il punteggio agli utenti
Non ha una diretta attinenza con le amicizie tra utenti, ma una delle ultime novità emerse sugli esperimenti realizzati da Facebook è quello della classificazione degli utenti con un punteggio da zero a uno per indicare la loro capacità di distinguere notizie vere da fake news. In sostanza un modo per capire quanto le persone sono affidabili nel segnalare potenziali bufale diffuse sui social, anche se al momento l’azienda non ha chiarito su che basi intenda dare un voto ai propri utenti.
Fonte: corriere.it