Cresce ma non sfonda Clubhouse, il social network solo voce in pista da un anno ma che ha raggiunto un picco di popolarità solo a cavallo tra gennaio e febbraio scorso. Secondo i dati della società di analisi App Annie, nel mondo i download sfiorano i 13 milioni (12,7 per l’esattezza), in Italia sono poco più di 400mila (435mila).
E nostro paese i Google Trends certificano un calo d’interesse, dopo il picco di Sanremo.
Ieri Clubhouse ha compiuto il primo anno di vita, l’applicazione è stata infatti lanciata il 17 marzo 2020, in pieno lockdown, ha però conosciuto la popolarità solo qualche settimana fa grazie ad un grosso investimento di 100mila dollari che ne ha fatto schizzare il valore. Nei giorni scorsi i due fondatori Paul Davison e Rohan Seth sono intervenuti ad una iniziativa italiana, parte di un tour virtuale che sta toccando tutto il mondo, e hanno ribadito la volontà di portare l’app su Android grazie anche all’assunzione di due ingengeri. Il fatto che l’app sia ancora a inviti e disponibile solo su dispositivi col sistema operativo iOS di Apple, può essere sicuramente un fattore che ne limita la crescita.
Un altro elemento di dubbio è l’uso e la conservazione dei dati che fa l’app, in particolare della rubrica degli utenti che la scaricano. Proprio ieri il Cnil, il garante francese per la privacy, ha aperto un’inchiesta proprio sul modo in cui Clubhouse usa le informazioni private dei suoi utilizzatori.
“L’inchiesta – rende noto il Cnil – deve consentire di confermare” se la legislazione europea sulla protezione dei dati “è applicabile alla società e determinare se viene violata”. In caso di non rispetto delle norme europee, l’organismo francese “se sarà necessario, potrà fare uso dei suoi poteri repressivi”. Fonte: Ansa.it