Facebook sempre più media company Le notizie saranno a pagamento

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Indiscrezioni del Wall Street Journal raccontano che la piattaforma di Zuckerberg sta lavorando a un sistema simile al paywall: dopo alcuni contenuti gratuiti, per leggere gli articoli di testate giornalistiche bisognerà abbonarsi. Forse già a fine anno.

Per leggere le notizie bisognerà abbonarsi. Anche se l’articolo lo troviamo sulla nostra bacheca Facebook e non sul sito della testata giornalistica. Sarebbe questo, secondo alcune indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal, il sistema a cui sta lavorando la piattaforma di Mark Zuckerberg per andare incontro alle sempre più insistenti richieste degli editori.

Un «paywall» — per social network — che potrebbe entrare in vigore già da fine 2017 sull’app di Facebook. Il secondo step, nella manovra di avvicinamento al mondo del giornalismo che sta compiendo la società di Menlo Park, dopo le varie collaborazioni strette negli ultimi mesi per combattere il fenomeno delle «fake news».

Le varie strade in discussione

Secondo il Wsj, Facebook sta costruendo un sistema che permetterebbe agli utenti di abbonarsi alle varie pubblicazioni direttamente tramite la sua app. Il dibattito tra gli sviluppatori sembrerebbe essere su quali contenuti coinvolgere nel paywall. Se tutti o soltanto quelli «nativi», cioè pubblicati come Instant Articles.

Un altro punto di discussione riguarda gli accordi da prendere con le testate. L’informazione ha un prezzo sin dal primo click oppure — come funziona ad esempio sul sito del Corriere — lasciare gratuiti i primi contenuti che l’utente legge, un certo numero da definire, e poi inserire il «muro» una volta esauriti? Infine i profitti, forse il punto più importante, per Zuckerberg e per i giornali. Come spartire le entrate che arrivano dagli abbonamenti?

«Stiamo prendendo il tempo per comprendere profondamente i diversi obiettivi e i bisogni dei partner», spiegano alcune persone interpellate dal Wall Street Journal, interne alla società. La nuova funzionalità, sulla carta, sarebbe un vantaggio per gli editori che più volte hanno sottolineato come la crescita dei ricavi dipenda sempre più dagli abbonamenti digitali.

Un esempio per tutti quello del New York Times: nel trimestre che si è chiuso a marzo gli abbonamenti solo online sono saliti di 308.000 unità, l’aumento trimestrale maggiore mai registrato. Il gruppo conta su quasi 2 milioni di abbonati online ai suoi prodotti informativi, che salgono a 2,2 milioni contano gli abbonati alle parole crociate.