La responsabile dei rapporti con i media Campbell Brown ha annunciato l’imminente attivazione di un paywall interno alla social network.
In ottobre Facebook comincerà a testare l’accesso a pagamento alle notizie. Lo ha dichiarato Campbell Brown, responsabile dei rapporti con i media di Menlo Park, al Digital Publishing Innovation Summit di New York: «Una delle cose che gli editori di giornali digitali ci hanno chiesto è di attivare un paywall in Facebook. Lo stiamo facendo».
La novità sarà probabilmente basata su Instant Articles, la visualizzazione rapida dei contenuti in mobilità all’interno del social network introdotta nel maggio del 2015. Dopo aver letto dieci articoli, l’utente potrà decidere se abbonarsi o meno alla testata che ha deciso di aderire all’iniziativa, ha spiegato Brown citando uno dei modelli applicabili.
In sostanza, verrà replicato sulla piattaforma blu da 2 miliardi di persone quello che alcuni giornali — fra cui il «Corriere» — fanno già sui loro siti. La domanda è: cosa, e quanto, chiederà Menlo Park agli editori per raccogliere gli abbonamenti? A quanto ammonterà la probabile commissione?
Non c’è invece bisogno di chiedersi cosa abbia ispirato la novità: la praticità del formato Instant Articles è innegabile ed è senza dubbio utile alla causa degli editori, sempre più concentrati sugli accessi da smartphone. Ma Facebook non è ancora riuscito a dare garanzie in termini di ritorni economici, motivo per cui numerosi giornali, fra cui il New York Times e Forbes, hanno fatto un passo indietro.
Il foglio newyorkese ha imputato la decisione proprio alla volontà di continuare a spingere gli abbonamenti con i link tradizionali. Lo stesso problema (di monetizzazione) si è proposto con i video, live e non: Facebook vuole diventare la nuova tv e si sta muovendo sul doppio fronte di acquisto dei diritti e vendita degli spot pubblicitari in mezzo ai filmati. Le inserzioni, fra l’altro, inizieranno a popolare anche Messenger.