Dopo Apple, anche Google mette al bando le applicazioni che fanno “mining”, e cioè che producono criptovalute. La compagnia di Mountain View ha aggiornato le linee guida per gli sviluppatori, in modo da non consentire più la presenza di queste app sul Play Store.
“Sono vietate le app che consentono il mining di criptovaluta sui dispositivi. Sono consentite le app che gestiscono da remoto il mining di criptovaluta”, si legge nel centro norme per gli sviluppatori.
Una modifica analoga è stata introdotta il mese scorso da Apple, che ha dato lo stop alle applicazioni per “coniare” bitcoin e altre monete virtuali su computer Mac e dispositivi mobili. Le uniche applicazioni di mining accettate, secondo le nuove norme della Mela, sono quelle che lo fanno fuori dai dispositivi, ad esempio nel cloud. Le regole non vietano la presenza di app che fungono da ‘portafoglio elettronico’ delle criptovalute, purché offerte da sviluppatori iscritti come organizzazioni.