Dopo anni di tentennamenti e posticipazioni, il roaming per chi viaggia nei Paesi dell’Unione Europea sparisce. Dal 15 giugno non ci saranno più sovrapprezzi quando lasceremo l’Italia per uno degli altri 26 Paesi dell’Europa Unita, più altre nazioni che vedremo nella scheda successiva. In sintesi significa una cosa: i piani tariffari sui cellulari, sia su abbonamento che a consumo, verranno applicati anche all’estero.
E ciò vale per le chiamate, per gli sms e per il traffico dati (in quest’ultimo caso con alcune accortezze, che vedremo più avanti).
E’ uno dei casi in cui i consumatori sono stati messi al centro delle scelte dei legislatori. La data scelta non è casuale: precede l’estate. Ed evita già da adesso fastidiosi costi addizionali che, altrimenti, avremmo sostenuto per usare il telefono durante le vacanze.
La fine del roaming fa parte di una strategia più ampia: quella del digital single market, che ha come obiettivo l’abbattimento delle barriere alla libera circolazione delle informazioni online. A questo proposito c’è un’altra buona notizia: nei prossimi 6 mesi sparirà anche il geoblocking.
Fuori dai tecnicismi, è ciò che impedisce di guardare o ascoltare contenuti in streaming (per esempio su Netflix o Spotify) quando ci troviamo in un altro Paese UE o di fare acquisti online, per esempio, sulla versione tedesca o francese di Amazon. Ma non è tutto così semplice, per questa ragione la Commissione ha preparato un documento con domande e risposte per chiarire i dubbi più frequenti e, in questa guida, ci siamo soffermati sui punti a cui prestare attenzione per evitare brutte sorprese in bolletta.