I colossi tech contro l’uso terroristico del web

Il gotha del web scende in campo per arginare l’uso di siti e social da parte dei terroristi e degli estremisti violenti che, nonostante le contromisure prese, riescono ancora a far passare i loro messaggi tra le maglie lasche della Rete. Amazon, Facebook, Google, Microsoft e Twitter hanno sottoscritto un piano in nove punti per mettere al bando i seminatori di odio e morte. L’impegno è stato preso a Parigi in occasione dell’Appello di Christchurch” contro la violenza online, un incontro all’Eliseo tra il presidente francese Emmanuel Macron, la premier neozelandese Jacinda Ardern e altri capi di Stato e di governo.

In 26, tra rappresentanti politici e industriali, hanno siglato l’Appello. Assenti gli Usa: la Casa Bianca ha fatto sapere di non aderire, citando il rispetto della libertà d’espressione e di stampa. L’incontro prende le mosse dalla strage di Christchurch, in Nuova Zelanda, del 15 marzo scorso, quando un terrorista australiano mostrò in diretta Facebook la carneficina da lui stesso compiuta facendo irruzione in due moschee e uccidendo 51 persone. Un video di morte lungo 17 minuti, rimbalzato da una piattaforma tecnologica all’altra, e da un capo all’altro del pianeta, senza che si riuscisse a fermarne la circolazione. “L’attacco terroristico a Christchurch è stato una tragedia terribile.

E’ quindi giusto che ci riuniamo, risoluti nel nostro impegno a garantire che stiamo facendo tutto il possibile per combattere l’odio e l’estremismo che portano alla violenza terroristica”, è l’assunzione di responsabilità delle cinque compagnie. Le aziende hi-tech si impegnano in nove punti a investire in tecnologie per individuare e bloccare la diffusione di contenuti estremisti, anche in diretta, a fornire report periodici e a dare agli utenti più strumenti per segnalare i contenuti d’odio. Lo sforzo è anche congiunto: condividere lo sviluppo tecnologico, creare un protocollo di crisi, educare e sensibilizzare contro l’odio e il bigottismo.

“Il terrorismo e l’estremismo violento sono problemi sociali complessi che richiedono una risposta da parte di tutta la società”, rilevano i big americani. “Gli impegni che ci stiamo assumendo oggi rafforzeranno la partnership tra governi, società e industria tecnologica per affrontare questa minaccia”. L’accordo parigino è stato preceduto di alcune ore dalla stretta sui video in diretta annunciata da Facebook, che più di tutti era finito nell’occhio del ciclone per non essere riuscito a fermare la proliferazione del video sul massacro neozelandese. Il social di Mark Zuckerberg ha reso noto che impedirà di trasmettere filmati in diretta a chiunque violi alcuni termini d’uso, come quelli che vietano di propugnare azioni violente.