Microsoft, proprietaria del social network per lavoratori, cita “un ambiente operativo significativamente più impegnativo” e per questo rinuncia alla sua piattaforma di social professionale. LinkedIn ha affermato che sostituirà il suo servizio cinese con un servizio di job board privo di funzionalità di social media. Negli ultimi mesi il social media aveva comunicato come diversi profili di attivisti per la difesa dei diritti umani, di accademici e di giornalisti erano stati bloccati da Pechino con l’accusa di diffondere contenuti vietati. Più o meno nello stesso periodo, il regolatore internet cinese aveva imposto al social di regolare meglio i suoi contenuti entro 30 giorni. Ora l’azienda ha deciso di sostituire il suo servizio cinese con una semplice piattaforma di annunci di lavoro priva di caratteristiche social.
L’uscita del social dal mercato cinese è solo l’ultimo capitolo di una battaglia che le aziende internet occidentali hanno affrontato operando in Cina. Twitter e Facebook erano state bloccate dal 2009. Google ha lasciato la Cina nel 2010 dopo aver rifiutato di censurare i risultati sul suo motore di ricerca. Anche Signal e Clubhouse sono state bloccate quest’anno. In Cina, inoltre, LinkedIn era spesso utilizzato da esportatori e uomini d’affari cinesi per connettersi con acquirenti stranieri.